DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

I disturbi del comportamento alimentare rappresentano un'insieme di sindromi psichiatriche caratterizzate da un comportamento alimentare disturbato, multifattoriali, difficili da 'curare' e con prognosi spesso gravi e infauste. Possono essere definiti come persistenti disturbi del comportamento alimentare o di comportamenti finalizzati al controllo del peso, che danneggiano la salute fisica o il funzionamento psicologico e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica conosciuta. All'interno di questa comune denominazione,(DCA),si declinano fondamentalmente tre quadri clinici: la Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e Disturbi del Comportamento Alimentare non Altrimenti Specificati (o atipici o parziali, subliminali, EDNOS) che, a loro volta, raccolgono nel loro insieme, una serie di manifestazioni disomogenee per etiopatogenesi e sintomatologia. I disturbi del comportamento alimentare sono patologie in forte aumento, aggravate, amplificate e supportate dai nuovi modelli e da canoni stereotipati di bellezza proposti dalla società contemporanea e attualmente la loro prevalenza, probabilmente sottostimata, si distribuisce tra 1-4% nella popolazione giovanile.

Binge eating disorder (BED)
Tale sindrome venne riconosciuta per la prima volta da Stunkard nel 1959 come pattern alimentare tipico di un sottogruppo di pazienti obesi solo a partire dalla seconda metà degli anni '80 è stata oggetto di studi sistematici.

Il binge eating disorder, ovvero disturbo da alimentazione incontrollata, viene diagnosticato in persone che di solito sono in sovrappeso e che manifestano alcuni sintomi di patologia del comportamento alimentare senza però rientrare nella diagnosi di Bulimia Nervosa. La diagnosi prevede: abbuffate simili a quelle presenti nella Bulimia Nervosa presenti almeno 2 giorni a settimana per almeno 6 mesi, assenza di vomito autoindotto e di tutte le condotte di eliminazione, motivo per cui le persone che soffrono di BED tendono con il passare dei mesi e degli anni ad evolvere verso forme di obesità di grado estremamente variabile, presenza di un senso di vergogna (anziché di colpa) per il fatto di non riuscire a controllare la propria alimentazione.

Tale sindrome è caratterizzata da ricorrenti episodi di alimentazione impulsiva in assenza dell'uso regolare di comportamenti compensatori (come il vomito autoindotto, abuso di lassativi ed altri medicamenti, digiuni ed eccessivo esercizio fisico) che si riscontrano invece nel soggetto affetto da Bulimia Nervosa. L'episodio di Alimentazione Incontrollata o comportamento Binge-Eating, che costituisce il sintomo cardine di tale sindrome, si caratterizza per la presenza di entrambe i seguenti elementi: la quantità di cibo ingerito in un periodo di tempo circoscritto è significativamente maggiore di quella che la maggior parte della gente mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili e la perdita di controllo sul proprio comportamento alimentare ( il soggetto sente di non essere in grado di smettere o di decidere la quantità e la qualità del cibo).

E' importante ricordare che tale sintomo alimentare è presente in tutte le sindromi che compongono la categoria dei Disturbi del Comportamento Alimentare ed è indipendente dall'indice di massa corporea (BMI); è presente infatti nell'Anoressia Nervosa di tipo purgativo, nella Bulimia Nervosa, nei Disturbi del Comportamento Alimentare Non Altrimenti Specificato e nel Disturbo da Abbuffate Compulsive che è associato raramente ad un peso normale e più frequentemente a diversi livelli di sovrappeso e/o obesità (BMI > = 25). Vengono riferiti casi di persone in cui il comportamento alimentare incontrollato è scatenato da pensieri o situazioni che producono alterazioni disforiche, come depressione o ansia. Altri soggetti riferiscono invece sentimenti di tensione che trovano sollievo, unicamente, nell'abbuffata alimentare.

Altre persone descrivono esperienze dissociative: riferiscono infatti di sentirsi, durante la crisi alimentare,come "ipnotizzati", "intorpiditi" o "fuori di sé". La durata e la frequenza del comportamento binge-eating sono variabili. Molti soggetti, per esempio, hanno difficoltà a distinguere il comportamento alimentare incontrollato in episodi separati. Alcuni mangiano infatti tutto il giorno, senza programmare i pasti. Per fare diagnosi di Disturbo da Alimentazione Incontrollata gli episodi di abbuffata devono verificarsi, in media, almeno per due giorni alla settimana per un periodo minimo di sei mesi. A tale crisi di ingordigia segue senso di colpa, disgusto verso la propria persona ed un marcato abbassamentodel tono dell'umore. Le conoscenze sul decorso e la prognosi sono scarse, ma si può comunque affermare che il decorso è cronico, con periodiche esacerbazioni, che spesso conducono ad un ulteriore aggravamento sia da punto di vista psicopatologico che metabolico.

Gli studi tesi a rilevare la comorbidità hanno preso spunto da indagini analoghe effettuate su pazienti bulimiche. Riguardo alla familiarità è stata accertata nei parenti di primo grado una elevata presenza di Abuso alcolico, distimia e depressione maggiore. Nell'anamnesi personale sono frequenti episodi di violenza fisica e sessuale in percentuale superiore a quanto riscontrato nei pazienti obesi ma inferiore alle pazienti anoressiche e bulimiche. Appare accertata una elevata presenza di Disturbi mentali e una percentuale elevata di disturbi di personalità. Risulta notevole la prevalenza di Depressione maggiore, distimia e depressione atipica.

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